La serva di Dio Rosella Stàltari
Profilo della Serva di Dio Rosella Stàltari

 Rosella Stàltari si può senz’altro definire figlia del suo tempo e dell’ambiente meridionale in cui nata e vissuta.

 In una località aspra ed impervia, denominata infatti “Cacciagrande”, in contrada Antonimina (RC), si schiude e passa come un soffio la vita di questa tenera fanciulla. Proprio a Cacciagrande, meritevole per questo di uno sguardo di ammirazione, il 3 maggio 1951 nasce terzogenita, da Antonio e Maria Reale, la nostra Rosella.

A distanza di pochi mesi, per, a causa di un’alluvione abbattutasi sul territorio, la famiglia Staltari, già duramente colpita dalla povertà, costretta a scappare e trova rifugio in Via Marrapodi prima e successivamente in Via Littorio ad Antonimina (RC). Rosella, a soli due anni e cinque mesi, perde tragicamente la mamma per una banale caduta.

Rimasta orfana, la bambina trova accoglienza presso l’Istituto “Scannapieco” di Locri (RC), dove resta fino all’età di 14 anni. Nel corso di questa dimessa esposizione, saranno citati (nella forma originale, per non sciuparne il fascino, il profumo e la freschezza) alcuni passi dell’epistolario e del suo diario spirituale.

Gli anni della crescita e dell’ adolescenza di Rosella sono caratterizzati da sofferenze e privazioni e da una terribile carenza d’affetto. Tutto ci incide profondamente nell’animo della ragazza e la rende ipersensibile e probabilmente mina anche la sua salute. Simile tempratura, ricevuta nella prima infanzia, la matura precocemente. Eccone subito la conferma da una rievocazione del suo passato, fatta da Rosella all’età di 16 anni:

“Ero ancora bambina e mi sembrava d’aver vissuto abbastanza, mi sembrava di esser più grande da non  aver bisogno d’alcuno; ma non mi accorgevo, che il dolore mi accresceva l’età”.

Conseguita a Locri (RC) la licenza media, Rosella viene trasferita a Reggio Calabria, dove operano le Figlie di Maria SS. Corredentrice, che gestiscono una Casa-Famiglia in cui vengono accolte ragazze assistite da Enti vari perché orfane, bisognose o con situazioni familiari difficili.

L’ingresso nel nuovo Istituto, avvenuto in data 15 ottobre 1965, sprona Rosella a recuperare luce, ordine e un deciso orientamento ai genuini valori nascosti nel suo profondo come perle preziose. L si troverà accanto un Sacerdote santo, Padre Vittorio Dante Forno, Fondatore della Congregazione religiosa, dal cuore di padre, ed una Direttrice, sig.na Maria Salemi, collaboratrice al Progetto di Fondazione e colma di maternità, i quali la guideranno sapientemente nel suo cammino ascetico – mistico.

Nel nuovo ambiente, gratificante ed accogliente, ben diverso da quello in cui era vissuta precedentemente, Rosella completa il suo Corso di Studi, conseguendo prima il Diploma di Segretaria d’Azienda e successivamente quello di Maestra di Scuola Materna.

Rosella non appare diversa dalle altre, svolge la sua vita con le difficoltà comuni alle compagne della sua età, ritiene di avere un carattere difficile e si definisce “selvaggia”. Interiormente, per, ella diversa dalle altre: rivela una tempra eccezionale, una capacità di autocontrollo e di dimenticanza di s non comuni ed una instancabile disponibilità al sacrificio. Non ama attirare su di s l’attenzione altrui, come emerge da un anelito della sua adolescenza, rinvenuto nel diario:

“Fa o mio Dio che io passi sulla terra senza che si badi a me”.

Frase simbolica per la sua vita spirituale. Padre Graziano Pesenti, dell’Ordine dei Carmelitani, d una sua connotazione: “Sorriso, serenità di volto, graziosità di tratto segnavano una delicata percettività d’animo”  

Rosella mantiene una fitta corrispondenza con i suoi Superiori dell’Istituto, poiché ella stessa afferma che a causa del suo “pessimo” carattere non riesce ad esprimersi a voce e ricorre allo scritto per farsi aiutare nella vita spirituale.

Due brevissimi pensieri motivano tale scelta: il primo tratto da una lettera a Padre Forno nel 1968, all’età di 17 anni:

“Padre carissimo, vorrei che Lei diventi il mio Direttore Spirituale, affinché venendo a conoscenza della mia anima, possa Lei strappare qualsiasi cosa che possa minimamente farla distrarre o allontanare dalla vera Luce che è Gesù”

Successivamente, nello stesso anno, scrive alla Direttrice:

“Vorrei affidarmi a Lei, vorrei che Lei mi insegnasse ad amare Gesù, a seguirlo e ad essere tutta Sua”.

Amore – Luce: coordinate di base, nel linguaggio di Rosella, che s’intersecano e si rincorrono, senza pausa, sino a raggiungere proporzioni sconfinate e prorompenti.

Da uno studio condotto sulla spiritualità di Rosella, la nota scrittrice Maria Papasoli cos si esprime circa la corrispondenza: 

” Tale corrispondenza sarà per noi il filo conduttore per seguire il cammino di una piccola vita, non di un’anima piccola, di una vita fatta di nulla sotto il profilo esterno, se non del monotono quotidiano ripetersi di atti e abitudini, che, però, destavano in lei una risonanza viva e profonda, come qualunque grande evento avrebbe potuto fare”

Sono esemplari i sentimenti di fiducia, di rispetto, di totale sottomissione e di sincera benevolenza che Rosella nutre verso i Superiori: le lettere a loro rivolte sono dettate da estrema semplicità, da una confidenza umile e filiale: Ella si aggancia docilmente ai loro sentimenti, traducendoli senza esitazione in fatti concreti, dimostrando di credere alle parole di Gesù nel Vangelo di Luca (cap. 10, 16): “Chi ascolta voi, ascolta me”.

Rosella fin dalla fanciullezza ha una devozione sincera e robusta verso la Madonna; ogni ricorrenza mariana da lei vissuta con visibile e straordinario zelo. Ogni lettera o pagina di diario porta scritto il saluto “Ave Maria” . Ecco una delle sue innumerevoli invocazioni: 

“Dammi tanto amore Vergine SS., Amore puro che lascia nell’anima l’impronta del Tuo Gesù”.

La configurazione a Cristo nel dolore costante nella vita di Rosella. E’ lei stessa lo afferma:

” Il mio dolore nascosto, nessuno lo vede, ma ugualmente mi tormenta”.

 La sofferenza pi acuta tempra e purifica lo spirito di Rosella e lo dispone verso scalate sempre pi ripide e scoscese. Ecco l’intensità del suo travaglio interiore:

“Dove sei, o Gesù, quando mi sento terribilmente e tremendamente sola? Perché ti nascondi?”.

Rosella sempre proiettata verso i valori soprannaturali, verso una continua elevazione, e matura nel suo cuore il desiderio di abbracciare la vita religiosa.

Padre Carlo Cremona sigla con questi termini l’intento di Rosella:

“Rosella camminava tracciandosi un sentiero sui rovi e nella sua “selvaggia” sensibilità, si era innamorata di Gesù come una mistica”. 

Percorsi a grandi passi i tempi prestabiliti, il 2 luglio 1973, Rosella fa prorompere vigoroso e solenne dal suo spirito il canto del giubilo perché, con la Professione religiosa può finalmente pronunciare a Gesù il suo SI con tali accenti e dimensioni:

“Questo SI quello che mi legherà a Te per sempre e quindi voglio pronunciarlo grande, generoso, illimi- tato e amante soprattutto di Te e della Tua Croce”. 

Rosella s’innesta speditamente nella spiritualità delle Figlie di Maria SS. Corredentrice che ha come scopo quello di “Formare anime che si offrano Ostie per il Sacerdozio, nell’atteg- giamento della Vergine Corredentrice, ciò nel nascondimento, nel silenzio, nella contempla- zione, nel lavoro, nella immolazione alla volontà di Dio conosciuta, amata ed accettata”. 

Rosella crede fermamente che per seguire Cristo in maniera radicale bisogna spogliarsi di tutti e di tutto e con toni sapienziali, con la maturità tipica di una donna ormai addentrata nelle Vie dello Spirito, impronta un testamento spirituale, a soli 22 anni, pochi mesi prima della morte:

 

Rosella se ti sei data tutta a Gesù 

devi saper trovare tutto in Gesù,
ciò che troverai lontano da Gesù sarà niente.
Rosella devi trovare tutto in Comunità
perché altrimenti la tua anima
cadrà infallibilmente in tutto
senza trovare niente.
Rosella fai di tutto per essere
religiosa di nome e di fatto
altrimenti sarai niente.
Per evitare ciò Rosella
devi sempre trovarti a dare
ed Amare Gesù in tutto.

 

Da un intreccio di pensieri, elevazioni, colloqui, disposti quasi a mosaico, emergono, in maniera chiara ed inconfondibile, l’audacia di Rosella nell’amor di Dio, il suo desiderio che la propria volontà “si spezzi” a quella di Dio, quindi la corsa sempre pi ardita verso nuovi orizzonti, lo stato di unione intima e trasformante che ormai la separano solo per poco dall’unione eterna con lo Sposo Divino.

Presumibilmente nell’anno 1970, in una lettera ai Superiori, Rosella afferma che sente il bisogno di trafficare i talenti ricevuti perché “il giorno in cui il Re arriva si fa sempre pi vicino”. 

A quale giorno allude?

Ancora dal binomio “Anch’io se voglio posso”, scaturisce la volontà risoluta e ferrea a coronamento della sua vita spirituale.

Altra richiesta di notevole valore rivolta ai Superiori:

“Beneditemi ed aiutatemi ad abbreviare la breve distanza che mi separa da Gesù”.

A pochi mesi dalla sua morte, in data 9 ottobre 1973:

“Io però, Gesù, voglio essere Tua e non ti darò pace, finché non mi vedrò accanto a  Te”.

L’alternanza quasi cadenzata delle sue elevazioni fa vibrare il nostro spirito e ci avvia verso altre ancora pi travolgenti.

Dall’ultima lettera ai Superiori (24 dicembre 1973):

 “Ho bisogno che voi stessi mi guidiate verso la Strada della vera Luce, quella Luce che non ha ombre di nessun genere”.

     Sempre nella medesima lettera:

     “Mi dispiace il non essermi ancora incontrata con la Direttrice. Tu sai, Gesù come e quanto desidero saperLe dire o riuscire almeno a farLe capire ciò che sento in fondo alla mia anima, dove io m’incontro a faccia a faccia con Te o mio Gesù”.

Sembra opportuno inserire una brevissima spiegazione che d il Dottore della Chiesa San Giovanni della Croce, Frate Carmelitano, nell’Opera “Notte Oscura”, Libro II, Cap. 19-20.

La scala dell’Amore divino, attraverso la quale l’anima sale gradatamente a Dio, ha dieci gradini. L’ultimo gradino rende l’anima simile a Dio, per la visione che, ormai libera dal corpo, ha lei faccia a faccia. L’ultima affermazione fa capire che Rosella ha percorso tutti i gradini fino all’ultimo, allorquando spicca il volo verso lo Sposo Divino.

Giorno 4 gennaio 1974, il mistero che ha avvolto la vita di Rosella in parte svelato. Alle ore sette del mattino, Rosella trovata dalla sua consorella immobile nel suo letto, con una statuina della Madonna stretta tra le mani e il Crocifisso della Professione pendente dal collo: nel viso impressa una struggente bellezza, senza alcuna risposta alle domande ed agli scuotimenti.

La constatazione di simile trapasso a soli 22 anni, non forse l’appagamento dell’anelito espresso nell’adolescenza?

“Fa’ o mio Dio che io passi sulla terra senza che si badi a me”.

Sembra compiersi in lei il gemito del profeta Geremia: “Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciata sedurre; mi hai fatto forza ed hai prevalso”.

La Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice, col capo chino, contempla, stupefatta, le meraviglie operate dallo Spirito di Rosella e offre a noi tutti questo Fiore mistico di Antonimina (RC), perché, dopo essersi dischiuso nell’ombra e nel silenzio. possa adesso irradiare il nostro cammino:

Ultimo scritto su un calendarietto del 1974:

” Luce di fede:  cammino di pace incontro a Gesù”.
 

 

Preghiera per ottenere la glorificazione di Rosella Stàltari

O beatissima Trinità, fonte inesauribile di ogni bene,
Tu che prediligi coloro che,abbandonata ogni cosa,
si mettono con zelo sulla via della perfezione, glorifica,
se a Te piace, la Tua serva fedele Rosella Stàltari, la quale,
rinunciando alle attrattive di questo mondo, praticò esemplarmente
e con amore i consigli evangelici.
Dona anche a noi di adempiere con zelo i doveri del
nostro stato e meritare la gloria del Paradiso. Per le preghiere
di Rosella, Signore, concedici la grazia… che con grande
fiducia invochiamo. Amen

  • P.Raffaele Trotta (P.I.M.E.) – Rosella – Ed. P.I.M.E, Napoli, 1975 (Esaurito)
  • P.Raffaele Trotta (P.I.M.E.) – Rosella – Ed. P.I.M.E, Napoli, 1977- II Edizione (Esaurito)
  • P. Carlo. Cremona, Rosella Figlia del Sud in: “I santi non stanno in Cielo”, Ed..Piemme, Casale Monferrato (AL), 1989, pp. 334-336
  • P.Raffaele Trotta (P.I.M.E.) – Rosella Staltari – Una contemplativa alle soglie del 2000 – Ristampa anastatica – Officina Grafica srl, Villa San Giovanni (RC), 2000
  • Paolo Gheda e Francesca Polimeni (A cura di) – Rosella Staltari: Una contemplativa alle soglie del Duemila – Presentazione di Pietro Borzomati – Ed. Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 2002
    Fr Raffaele Trotta – Rosella Stàltari – A Contemplative on the Eve of the 21 Century – Printing Plus, St James, Trinidad & Tobago – 29 July, 2003
  • Jioachim Bouflet Le printemps de Dieu Les saints de la générationJean-Paul II, CLD éditions, Broché – 499 Septembre 2005 pages (pp 355-361)
    Avvenire, (Catholica) pagina 16, di venerdì 20 settembre 2002
  • Gazzetta del Sud, (Cronaca di Reggio) pagina 25, di giovedì 26 settembre 2002
  • L’Avvenire di Calabria, “Editoriale” e pagina 6, di sabato 28 settembre 2002
  • Calabria Ecclesia Magazine N.. 31 del 30 settembre 2002

Con grande letizia, ho il piacere di stendere una breve riflessione per la presentazione della biografia della Serva di Dio Rosella Stàltari in lingua inglese. Parlavo di letizia e di piacere: sì: perché Rosella sta scavalcando i confini della nostra terra di Calabria, per giungere, umile ed elevata per il suo alto spessore spirituale, nelle diocesi delle Antille proprio dove la presenza delle sue consorelle si fa non solo memoria, ma incarnazione autentica del messaggio della Congregazione delle Figlie di Maria SS. Corredentrice: non esagero a dire che certamente Rosella è il primo frutto dell’autenticità del carisma di Padre Forno.  Una autenticità che nasce dal cuore della Locride e che sconvolge, per via dell’esperienza stessa della Serva di Dio, le nostre sicurezze ed le nostre presunzioni. Dio ci parla con l’esistenza dei suoi amici ( cfr. Gv 15, 15), chiedendo loro di dare la vita per i fratelli per puro ed assoluto amore.

Rosella Stàltari, nasce ad Antonimia ( provincia di Reggio Calabria e Diocesi di Locri-Gerace) il 3 maggio 1951, terza figlia di Rosario e Maria Reale. La precarietà economica della famiglia, si aggrava a causa della grande alluvione che colpisce la Locride e il reggino ( 18 ottobre 1951 ),  ma soprattutto per la morte improvvisa della mamma che lascia un segno nella vita familiare.

A due anni e sette mesi, Rosella, per volontà del padre e col supporto dell’E.N.A.O.L.I., viene accolta all’Istituto Scannapieco di Locri e si impegna nello studio fino a conseguire la licenza di Avviamento Professionale. Viene successivamente inviata a Reggio Calabria presso l’Istituto Mater Gratiae della Congregazione delle Figlie di Maria SS.ma Corredentrice per continuare gli studi.

L’amore paziente ed esemplare di Padre Vittorio Dante Forno, Fondatore della Congregazione, la maternità spirituale della Superiora Generale Sr. Maria Salemi e la condivisa gioia delle Sorelle, generano nel cuore di Rosella, già aperto alla Voce dello Sposo, il desiderio di speciale  Consacrazione al Signore e, dopo lunga e sofferta ricerca interiore, il 2 luglio 1973 con la Professione religiosa insieme ad altre compagne di cammino, Rosella si consacra per sempre al Signore.

La vita di Rosella, dopo la sua definitiva consacrazione, si apre alla luce solare della ricerca incessante della bellezza del Signore e dell’umile ed appassionato amore servizievole ai fratelli soprattutto i più bisognosi di cure e di sollievo: ed è di parola fino alla fine dei suoi giorni.

Pagine del suo Diario, commuovono per il carattere elevatissimo della sua esperienza alla scuola del Signore: sono pagine mistiche, di altissimo lirismo estetico,  che parlano della interiore nostalgia di Cielo dello spirito di Rosella a nessuno rivelato pienamente.

Ne è prova l’epilogo della sua esistenza dopo il trasferimento a Palermo per motivi obbedienziali. Palermo è la tappa decisiva e matura della scelta di Rosella: non solo viene e nominata educatrice di un gruppo di bambine, ma all’interno della sua comunità la sua presenza si pone come testimonianza autentica di radicalismo evangelico. In una pagina dei suoi scritti, Rosella, in un dialogo d’amore con Gesù, così confida: “ Gesù mio, il tuo nome è scritto nel mio cuore ed è Lui che mi riscalda e mi avvampa d’amore. Voglio perdermi, o Gesù, nel tuo mare d’amore: ma il mare per quanto sia profondo, ha il suo fondo e così la sua fine. Ma il tuo amore no, perché non ha nessun fondo e più si entra e più amore c’è ”. ( 30 ottobre 1969).  La sua estasi d’amore si consuma in una mattinata fredda del 4 gennaio 1974 a Palermo reggendo tra le mani una statuina della Madonna, vera Madre dopo la perdita della sua mamma terrena, ed il Crocifisso della sua Professione pendente dal collo: nel viso impressa una struggente bellezza. Così muoiono i Santi!

La storia di Rosella si innesta meravigliosamente con la storia della diocesi di Locri-Gerace. Io stesso, davanti alla realtà delle virtù e della fama di santità della Serva di Dio, ho chiesto ed ottenuto il parere – giunto favorevole – dell’Arcivescovo di Palermo Card. Salvatore De Giorgi avendo il consenso unanime dagli Organismi Diocesani, della Conferenza Episcopale Calabra ed il Nulla Osta alla Causa da parte della Santa Sede in vista dell’introduzione della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Rosella  nella Diocesi che le ha dato il dono della vita fisica. Ed il 24 settembre scorso, nella Chiesa Cattedrale di Locri, davanti al Postulatore Padre Luca de Rosa, al Vescovo di Piazza Armerina, alle Consorelle, ai due Fratelli di Rosella, a rappresentanti del Clero e di Fedeli delle Diocesi di Locri-Gerace e di Reggio Calabria-Bova, Autorità Civili e Militari, ha avuto luogo l’insediamento del Tribunale Ecclesiastico Diocesano per l’inizio dell’inchiesta canonica della Beatificazione della Serva di Dio Rosella Stàltari nel corso della quale io stesso, ho posto Rosella come testimone della storia contemporanea della Chiesa e come dono di Dio piovuto dal Cielo soprattutto per la nostra sofferta terra di Calabria.

In ogni terreno si può fiorire: il segreto sta solo nell’abbracciare la vita non come fatalità e destino, ma come amoroso progetto d’amore del Padre per ognuno di noi perché davvero ogni dolore ( l’esperienza di Rosella in questo è un autentica lezione di vita sempre attuale) è come una ferita d’amore la cui fessura è tutta luce e vita e dalla quale passano le freccie della grazia.

Questo è il messaggio di Rosella Stàltari, nata nel fango dell’alluvione che disperde e rinata nella purezza dell’amore di Cristo che mai potrà separarci da nulla. ( cfr. Rm 8).

Un messaggio rivolto principalmente ai giovani e a chi cerca significati di alto spessore per la vita e nella vita.

Che il Cielo si apra sulla nostra povertà e ci riempia di luce: quella luce che fa nascere la pace, fa fiorire i nostri deserti trasformandoli in oasi di predilezione, fa crescere tutti nell’ascolto della Voce del Padre perché davvero alla scuola di Gesù impariamo quella lezione che rivela sempre ai piccoli il mistero del suo amore misericordioso.

Locri, 20 aprile 2003,

nella Solennità della Pasqua del Signore.

 

+ p. GianCarlo Maria BREGANTINI

Vescovo di Locri-Gerace

 

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Presentazione della Bibliografia di Rosella in lingua inglese su richiesta della Nunziatura delle Antillle

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ROSSELLA[1] FIGLIA DEL SUD

“Ho un carattere selvaggio! In questo che le scrivo, non cerco la comprensione, perché altrimenti finirei per avere qualcosa per me. Voglio soprattutto aiuto…” (Da una lettera di Rossella Staltari del 20 ottobre 1970)

 

In occasione del Congresso Eucaristico di Reggio Calabria del 1988 fui ospitato in un istituto di suore laiche,[2] le Figlie di Maria Corredentrice; anime consacrate alla contemplazione eucaristica e a far da mamme a bambini senza famiglia. Da qui la loro opera di “corredentrici”. Le ha istituite un sacerdote che nacque nel Brasile da genitori italiani, ma che tornò in patria e dalla Sicilia iniziò genialmente la sua opera di Buon Samaritano ed è morto nel 1974:[3] padre Dante Forno.

Ma nemmeno di lui voglio parlare questa volta. Quel che mi ha colpito nei giorni dell’ospitalità reggina in quella casa alveare di bambine meridionali cariche di tanto affetto, di simpatia e di gioia che m’è stato sacrificio separarmene, è un volto con due occhi vivi che fissavano su di me lo sguardo da una fotografia attaccata alle pareti di vari ambienti. È stato come incontrarla viva qua e là, con un volto di una bellezza interiore stupenda, un volto di ventenne.

Rossella Staltari è il nome. Nata in un piccolo centro calabro – Antonimina – nel 1951. Famiglia poverissima, orfana di mamma a due anni, pellegrina sofferente per incomprensione di carattere in vari orfanotrofi, sensibilissima, poi raccolta negli istituti fondati dal padre Forno. Ha portato le stimmate della sua sofferta condizione nel vivo della sua anima sensibilissima per tutto l’arco della sua giovinezza, ché altra età non ebbe: “Ero ancora bambina e mi sembrava di aver vissuto abbastanza, mi sembrava d’esser più grande da non aver più bisogno d’alcuno: ma non mi accorgevo che il dolore mi accresceva l’età”.

È una sua frase. Perché Rossella che camminava tracciandosi un sentiero sui rovi e che nella sua “selvaggia” sensibilità si era innamorata di Gesù come una mistica, aveva un gran bisogno di scrivere, su fogli di quaderno, su carta straccia, su pezzettini di carta frugati nei cestini. Scrivere per esternarsi, per dialogare con se stessa e spezzare il cerchio della solitudine, ed intanto, senza accorgersene, elevarsi in volo come un uccellino dalle ali ferite ed arrivare in alto, molto in alto portata dal suo Gesù e pur sempre con la sensazione di raspare faticosamente per terra.

Certamente stato mistico, ché altrimenti selvaggia come si sentiva, non si comprenderebbe la trasfigurazione in penetrante bellezza del suo volto. “Vorrei piangere, gridare senza che nessuno mi veda. Non posso stare più, mi sento soffocata. Gesù! Perdonami almeno tu; Madonna, aiutami, non ce la faccio più. Sto piangendo, le lacrime mi bruciano gli occhi. Vorrei morire e basta…”.

E intanto il suo trasporto mistico con Gesù cresceva e si era consacrata a Lui internamente.

Un bisogno di amare e di essere amata; e talvolta un’esperienza umanamente priva d’amore, se lo Sposo è geloso e vuole che l’esperienza sia solo del suo amore: “Io dico che uno mi vuol bene quando accetta di soffrire per me. Altrimenti, è uno strozzino sentimentale che vuole aprire la sua bottega nel mio cuore”.

Quanto ancora dire di lei: bisogna conoscerla. Morì nel sonno, il 4 gennaio 1974, a vent’anni.[4]

Avrei voluto conoscerla e amarla e farmi raccontare le spine della sua anima e crescere insieme a lei in quella sua strana vita fatta di “ribellione” e di “amore mistico”. Ci sono creature di Dio negli abitati e altre creature di Dio che abitano nella foresta, selvagge per l’uomo comune. Ma Dio le ha fatte, talvolta più belle, e le ama. Ad esse forse affida la redenzione della terra in cui nacquero, più abbandonata che aspra.

Padre Carlo CREMONA, “I santi non stanno in Cielo”,

Ed. Piemme, 1^ Ed., 1989, pp. 334-336)

[1] Leggasi, qui e altrove: Rosella

[2] Leggasi: Suore in abito laico

[3] La data esatta della morte è: 15 dicembre 1975

[4] Aveva esattamente 22 anni e 8 mesi
Un fiore nel giardino di Dio.

La serva di Dio Rosella Stàltari

Una contemplativa alle soglie del Terzo Millennio

Per molteplici motivi la Locride può essere considerata giardino di Dio: le sue bellezze naturali, dai monti al mare, hanno costituito sempre motivo di attrazione e di ammirazione.

Oltre l’aspetto paesaggistico, irradiato dal sole, e il glauco mare, in cui si rispecchia, bisogna tenere nella debita considerazione quello socio-culturale e i valori spirituali della sua gente, di oggi, come quella dei secoli andati.

Senza rifarsi alla cultura magno-greca che fiorì sulle nostre coste, è sufficiente rifarsi alla vita anacoretica e cenobitica del monachesimo italo-greco che diede vita ad un’anima socio-culturale e religiosa, per molti secoli, a tutto il territorio, da Capo Bruzzano a Punta Stilo.

Hanno dato lustro alla nostra terra, nel campo etico-religioso, i Martiri Locresi, S. Veneranda, San Antonio del Castello, S.Iejunio (S. Giovanni il digiunatore), S. Leo di Africo, S. Nicodemo di Mammola, S. Giovanni Theristis, il Beato Camillo Costanzo, da Bovalino, morto martire nell’Estremo Oriente, nella città di Firando (odierna Hirado), in Giappone, il 15 settembre 1622.

In tempi a noi più vicini, non sono mancate figure di notevole spessore spirituale che hanno segnato la vita della nostra Comunità ecclesiale diocesana: Mons. Giovanni Battista Chiappe e Mons. Mischel Alberto Arduino, vescovi della diocesi, l’arciprete don Antonio Toscano, Mons. Antonino Sgrò, Annarosa Macrì, Madre Giuditta Martelli e Rosella Staltari.

Tra queste anime elette sta emergendo la figura di Rosella Staltari, per le sue virtù e la santità di vita.

Nata nelle campagne di Antonimina, nella contrada Cacciagrande, da Antonio e Maria Reale, il 3 del mese di maggio 1951, Rosella, terzogenita, conobbe fin dalla nascita la povertà e le difficoltà di un’esistenza tormentata delle più dure prove della vita.

L’alluvione del 15 – 18 ottobre 1951, che tanti danni causò in tutta la Locride, ha distrutto anche la misera abitazione della famiglia Staltari, che dovette trovare rifugio nel centro abitato del paese, abbandonando ogni cosa. Né basta. All’età di poco più che due anni, perdette tragicamente la mamma e, per sopravvivere ad una penosa esistenza, dovette essere accolta presso l’Istituto Scannapieco di Locri, dove rimase fino all’età di 14 anni.

Le vie della provvidenza sono infinite e, ultimati gli studi della Scuola Media, il 15 ottobre 1965, Rosella viene trasferita a Reggio Calabria presso le Figlie di Maria Corredentrice, che gestiscono una Casa Famiglia, dove vengono accolte ragazze povere, assistite da Enti pubblici.

Di carattere selvaggio, come ella si descrive, pur essendo ancora bambina, le sembrava di essere vissuta abbastanza e di essere più grande da non aver bisogno di alcuno “ma non mi accorgevo ella scrive – che il dolore mi accresceva l’età” .

Nel calore della nuova famiglia e sotto la sapiente guida del sacerdote P.Vittorio Dante Forno, Fondatore della Congregazione delle Figlie di Maria Corredentrice, e della Direttrice dell’Istituto, Sig.na Maria Salemi, ha saputo addolcire il suo carattere e coronare l’ideale della propria vita, pur tra tante difficoltà, nel modo più fascinoso e del tutto imprevisto sul piano umano.

Proseguiti gli studi, conseguì prima il Diploma di Segretaria d’Azienda e poi quello di Scuola Materna, che esercitò con amore e dedizione anche nelle colonie estive, a Nardodipace (CZ), nella regione delle Serre.

Ma i maggiori progressi Rosella li conseguì nel campo dello spirito, con una vita interiore intensa, tutta dedita all’amore di Dio, accogliendo e facendo, nella sua breve esistenza, sempre e comunque la sua volontà, rispondendo, con gioia, alla sua chiamata di vita religiosa nella Congregazione della Figlie di Maria SS. Corredentrice, che abbracciò definitivamente emettendo i voti di obbedienza, povertà e castità il 2 luglio 1973, e poi, nelle sofferenze della sua travagliata esistenza, fin sul letto di morte.

     “Questo SI – ella scrive – è quello che mi legherà a Te per sempre e quindi voglio pronunziarlo grande, generoso, illuminato e amante soprattutto di Te è della tua Croce”.

Così, infatti, lo fu, realizzando l’ideale di fede e di vita, abbracciato, nella piena maturità, in modo totale e definitivo e talmente elevato da essere considerata una contemplativa alle soglie del terzo millennio, come si è espresso il Convegno di Studio a lei dedicato dal 2 al 3 maggio 2000, con la partecipazione di eminenti studiosi del settore.

Rosella Staltari è morta a Palermo il 4 gennaio 1974, all’età di 22 anni.

La sua vita religiosa e le sue virtù hanno destato subito ammirazione, edificando tutti coloro che, comunque, hanno avuto modo di conoscere la sua vita e le sue elevate virtù.

Rosella Staltari non è passata senza lasciare un segno ed una testimonianza di autentica vita cristiana e di professione religiosa, in modo del tutto eccezionale, esercitando eroicamente le virtù del proprio stato.

Per questo è stata riconosciuta e dichiarata Serva di Dio, e sta per essere introdotta la sua causa di beatificazione e canonizzazione.

A questo fine, sono stati nominati Postulatore, in questa causa, il Rev. P. Luca De Rosa, O.F.M.; e, vice-Postulatori, Suor Franca Polimeni, della stessa Congregazione delle Figlie di  Maria SS. Corredentrice, e il Prof. Enzo D’Agostino.

Ancora un fiore di fragrante freschezza, se al Signore piacerà e quando Egli vorrà, spunterà e fiorirà nel giardino di Dio della Locride, per la comune edificazione.

Locri (RC) – 18 marzo 2001

Vincenzo Nadile

(Vicario Generale della Diocesi di Gerace – Locri – RC)

 Pubblicato sull’Avvenire (Inserto Diocesi Gerace – Locri. – (R.C.)  in data 18 marzo 2001